Turista con sintomi o che risulta positivo al tampone durante il soggiorno breve: ecco come gestire regole e incertezze dei casi eventuali.
È proprio di inizio luglio la notizia del turista milanese soggiornante ad Ostuni risultato positivo al Coronavirus. Il viaggiatore non manifestava nessun sintomo tipico del virus e si era recato al Pronto Soccorso per altre ragioni, e proprio lì è risultato positivo una volta sottoposto al tampone. Successivamente sono state subito attivate le procedure per individuare i contatti stretti dell’uomo, compresi ovviamente quelli che hanno avuto rapporti con lui durante il soggiorno.
Naturalmente nascono e si sviluppano incertezze per quanto riguarda regole e conseguenze per i gestori di case vacanza e affitti brevi.
Nel caso specifico di Ostuni il problema è per fortuna più contenuto perché l’appartamento era di proprietà del turista e lo usava per andare in vacanza. ma cosa sarebbe successo nel caso in cui l’alloggio fosse stato un appartamento locato o un’altra struttura ricettiva per affitti brevi?
E se il soggetto non viene ospedalizzato dove trascorre l’isolamento domiciliare eventualmente prescritto? E i suoi accompagnatori? Gli altri ospiti della struttura? I nuovi arrivi?
Per gli immobili locati con la formula degli affitti brevi le preoccupazioni sono proprio queste: il turista positivo Covid o con sintomi compatibili come si gestisce nel caso in cui sia costretto a rimanere in casa oltre i termini concordati, chi dovrà pagare la permanenza ulteriore, come trattare i problemi che sorgono da altre prenotazioni.
Per le strutture dedicate alle locazioni brevi il pericolo principale è l’esposizione (o più semplicemente la percezione da parte degli ospiti) ai rischi di contagio in caso di isolamento imposto all’interno dell’appartamento.
Per ora mancano indicazioni e disposizioni unitarie e precise da parte dell’organo nazionale, mentre localmente ci sono diverse soluzioni.
Alcune regioni per questi casi hanno predisposto degli “alberghi Covid” in varie province per trasferire lì i turisti che dovessero risultare positivi.
Ma è chiaro che diventa necessario individuare, a livello istituzionale nazionale, strutture adeguate a garantire idonee modalità di isolamento domiciliare e/o fiduciario a soggetti, come i turisti, generalmente privi di un “domicilio stabile” nelle vicinanze, potrebbe essere una soluzione volta ad evitare molti dei problemi prospettati, venendo incontro anche alle situazioni imprevedibili che le sole norme sulle informative di responsabilizzazione individuale del turista potrebbero non colmare (si ricordi che il turista in questione non manifestava alcun sintomo).
Nei casi in cui non è previsto nulla istituzionalmente, l’unica tutela disponibile per Property Manager e proprietari rimane quella di stabilire a priori obblighi e responsabilità tra le parti proprio durante la prenotazione stessa.
La soluzione auspicata è quella di una presa di posizione delle regioni per regolamentare la gestione di eventuali contagi durante un affitto breve (come hanno già fatto la Campania e l’Emilia Romagna), così da non lasciare Property Manager, proprietari o agenzie da soli nell’affrontare gestione e conseguenze di questi casi al limite.