Importante novità nella legge di bilancio appena approvata: la nuova Banca Dati delle strutture ricettive per affitti brevi non sarà più un mero strumento da consultazione, ma diventa direttamente accessibile al fisco per trovare incongruenze nei versamenti. Scopriamo insieme gli obblighi e le eventuali sanzioni per agenzie di viaggio e property manager che gestiscono immobili o seconde case.

 

L’articolo 121 della legge di bilancio appena approvata recita testualmente: “Per le esigenze di contrasto all’evasione fiscale e contributiva, la banca dati è accessibile all’amministrazione finanziaria degli enti creditori per le finalità istituzionali”. Questo vuol dire, ad esempio, che gli oltre 1000 comuni italiani che hanno istituito l’imposta di soggiorno potranno accedere al database, istituito presso l’agenzia delle entrate, per verificare se esistono soggetti che non stanno versando la propria quota. Oppure incrociare questi dati con quelli dei portali online che condivideranno i propri dati con le amministrazioni.

 

Si tratta di un passo veramente importante per una Rete come quella di Affitti Brevi Italia che da anni si batte per professionalizzare la figura del Property Manager con srtumenti e metodi operativi, oltre che con contratti e mandati scritti ad hoc per il settore degli affitti brevi.

 

Abbiamo chiesto anche il pensiero del Presidente Massimo Magni su queste novità: “Dopo anni di lavoro nostro e parole da parte delle istituzioni, finalmente vediamo nero su bianco una base importante verso la regolarizzazione della figura del Property Manager, soprattutto quelli della nostra Rete che erano senza dubbio penalizzati dai competitor di zona che non erano così trasparenti nelle loro attività di gestione case vacanza. Finalmente questa nuova norma darà giustizia a chi ha sempre rispettato le regole fino all’ultimo centesimo”.

 

 

Ma come funziona questa banca dati e quali sono obblighi e sanzioni

 

Tutte le informazioni si trovano nel provvedimento, che entrerà in vigore a partire dal 1° dicembre 2021. A tutte le strutture verrà dato un codice identificativo da esporre negli annunci. Alcune Regioni, in realtà, già utilizzano questo codice: lo rilasciano previa comunicazione e poi lo trasmettono al Comune.

 

L’obiettivo della costituzione di una banca dati che raccolga le informazioni di strutture e abitazioni che si occupano di affitti brevi è quello di limitare il più possibile le pratiche che portano a perdere milioni di euro in evasione fiscale.

 

Per questo motivo la banca dati viene gestita tramite una piattaforma informatica (senza spese per Regioni e province autonome) che raccoglierà le informazioni una volta avvenuta la registrazione, e nel rispetto del trattamento dei dati personali.

 

 

Le informazioni riguardano dati e parametri come:

  • la tipologia degli alloggi;
  • l’ubicazione;
  • la capacità ricettiva;
  • gli estremi dei titoli abilitativi richiesti ai fini dello svolgimento dell’attività ricettiva;
  • il soggetto che esercita l’attività, anche in forma di locazione breve;
  • il codice identificativo regionale, o laddove questo non sia stato adottato, un codice alfanumerico generato dalla banca dati stessa.

 

 

 

Le sanzioni

Il codice identificativo potrà essere regionale, o altrimenti sarà la banca dati nazionale ad assegnarne uno. Per chi non dovesse provvedere sono previste sanzioni da 500 a 5.000 euro per ogni unità non comunicata.

Qualora la violazione fosse reiterata, le sanzioni raddoppiano.

 

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