Il Parlamento Europeo ha approvato i nuovi regolamenti per la riforma dei servizi online.
L’Europarlamento ha approvato in via definitiva la legge sui servizi digitali (Digital services act) e la legge europea sui mercati digitali (Digital markets act), i due pilastri della riforma dello spazio digitale presentata nel 2020 dalla Commissione europea.
Scopo del Digital services act, insieme al Digital markets act, è proteggere in modo più efficace i diritti fondamentali degli internauti, rendendo i mercati digitali più equi e più aperti per tutti.

 

Cosa prevede il Digital Service Act?
nuovi obblighi – calibrati in funzione delle dimensioni dei servizi digitali e del loro impatto – prevedono:

  • norme per la rimozione di beni, servizi o contenuti illegali online;
  • garanzie per gli utenti i cui contenuti sono stati erroneamente cancellati dalle piattaforme;
  • nuovi obblighi per le piattaforme di grandi dimensioni di adottare misure basate sul rischio al fine di prevenire abusi dei loro sistemi;
  • misure di trasparenza di ampia portata, anche per quanto riguarda la pubblicità online e gli algoritmi utilizzati per consigliare contenuti agli utenti;
  • nuovi poteri per verificare il funzionamento delle piattaforme, anche agevolando l’accesso dei ricercatori a dati chiave delle piattaforme;
  • nuove norme sulla tracciabilità degli utenti commerciali nei mercati online, per contribuire a rintracciare i venditori di beni o servizi illegali;
  • un processo di cooperazione innovativo tra le autorità pubbliche per garantire un’applicazione efficace in tutto il mercato unico.

Cosa prevede il Digital Service Act?
La legge sui mercati digitali affronta le conseguenze negative derivanti da determinati comportamenti delle piattaforme che hanno assunto il ruolo di controllori dell’accesso al mercato digitale, i cosiddetti gatekeeper.
Cosa comporterà il DSA:

  • si applicherà solo ai principali fornitori dei servizi di piattaforme di base più inclini a ricorrere a pratiche sleali, come i motori di ricerca, i social network o i servizi di intermediazione online, che soddisfano i criteri legislativi oggettivi per essere designati come controllori dell’accesso;
  • fisserà soglie quantitative come base per individuare controllori dell’accesso presunti. La Commissione avrà inoltre la facoltà di designare imprese che fungano da controllori dell’accesso, a seguito di un’indagine di mercato;
  • vieterà una serie di pratiche chiaramente sleali, come impedire agli utenti di disinstallare software o applicazioni preinstallati;
  • imporrà ai controllori dell’accesso di predisporre in modo proattivo determinate misure, ad esempio misure mirate che consentano al software di terzi di funzionare correttamente e di interoperare con i loro servizi;
  • prevederà sanzioni in caso di inadempienza, che potrebbero comprendere ammende fino al 10% del fatturato mondiale del controllore dell’accesso, al fine di garantire l’efficacia delle nuove norme. In caso di recidiva, queste sanzioni possono prevedere anche l’obbligo di adottare misure strutturali, fino all’eventuale cessione di determinate attività nei casi in cui non siano disponibili altre misure alternative altrettanto efficaci per garantire il rispetto delle norme;
  • consentirà alla Commissione di svolgere indagini di mercato mirate per valutare se a tali norme debbano essere aggiunte nuove pratiche e nuovi servizi dei controllori dell’accesso al fine di garantire che le nuove norme relative ai controllori dell’accesso tengano il passo con la rapida evoluzione dei mercati digitali.

Adeguarsi ai cambiamenti in fretta
Ci sarà pochissimo tempo per potersi adeguare ai due provvedimenti.
I nuovi regolamenti saranno applicati ovviamente, anche agli intermediari del Real Estate digitale, ai portali del turismo e ai player della Hospitality che propongono il loro business online all’interno dell’Unione Europea.

Una volta adottati ufficialmente dal Consiglio – il DSA a luglio e il DMA a settembre, entreranno in vigore tre settimane dopo la pubblicazione.

 

Fonte: Hospitality Law Lab

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